Gli inizi
Quando ero un ragazzino sognavo di avere una moto. Il mio primo atto cosciente di devozione fu mettere una cartolina tra i raggi delle ruote della bicicletta in modo da produrre un rumore motociclistico. Poi pedalavo come un pazzo nel cortile. Con grande disappunto del vicinato. Tra l’altro, le cartoline utilizzate si usuravano abbastanza velocemente e esaurii rapidamente la collezione di mia madre. Lei non ne fu felice.
Nei primi anni ’70 mi innamorai perdutamente del Ducati Scrambler, complice anche una pubblicità letta su una rivista. Ma ero ancora troppo giovane e, in ogni caso, mia madre non avrebbe mai permesso a me di possedere e guidare un dispositivo mortale. Rispettai a tal punto la volontà di mia madre che la mia prima moto arrivò solo dopo la sua morte (imbarazzante…).
Fu un Vespino 50cc. Ma poco dopo arrivò una Vespa 150 e poi finalmente (eravamo nel 1999) la mia prima vera e propria moto. Una Kawasaki GPZ 550 usata, pagata incredibilmente poco. Riuscii a montare un paio di borse Krauser (ricevute come pagamento per un sito web) e la Kawasaki quella stessa estate, gentilmente trasportò me e mia moglie (ero diventato un uomo sposato, nel frattempo) fino a Cherbourg in cima alla Normandia, giusto in tempo per vedere l’eclissi totale di sole.
Anna, mia moglie può vantare meriti importanti nella mia motorizzazione. Suo padre era un appassionato collezionista di moto inglesi e un biker assolutamente fuori dell’ordinario.
Il mio punto di vista
La cosa che preferisco fare in moto moto è viaggiare. In giro per l’Europa, per lo più. Purtroppo, essendo cronicamente senza un soldo, la maggior parte dei miei viaggi sono costituiti dalla routine quotidiana casa-lavoro e ritorno. Con il sole e con la pioggia, immerso nel traffico cittadino.
Alcuni anni fa (2005), uno dei miei idoli sportivi (ho pochissimi idoli sportivi. Non seguono nessuno sport), il motociclista Fabrizio Meoni, morì di infarto, mentre saltava sopra una duna sulla sua moto durante la Dakkar all’età di 47 anni.
Aveva esattamente la mia età. Piuttosto anziano per un motociclista in gara.
Da allora mi immagino colpito da infarto mentre indosso la tuta da acqua, dopo la prima colazione, mentre mi preparo per andare al lavoro (che vergogna…).
Il concetto olistico nelle motociclette
La moto è un vero oggetto olistico. Non importa quanto piccolo è il dettaglio che modifichi e l’intero oggetto ne sarà interessato. Particolarmente la mia moto. Ad esempio, se una farfalla batte le ali in Brasile. La dannata moto non si avvia. Veramente nonsi avvia anche in molte altre occasioni, ma io preferisco dare la colpa alla f***uta farfalla dal Brasile.
L’angolo dello scooter
Come molti motociclisti, nutro un certo odio per gli scooter. Anche per i conducenti di scooter. Presumo che gli scooter siano troppo facili da guidare e questo sia il motivo per cui nel traffico vanno tutto il tempo più veloci di me.
Cliccando QUI è possibile scaricare un pdf full-size (7mb) del poster sulla destra che dimostra la mia teoria dell’evoluzione delle due ruote.