Nel 1963 andai a scuola. Ricordo il primo giorno. L’insegnante era malato e il bidello (Luciano) prese il suo posto.
Stavo giocando e correndo in giro con un altro bambino quando fui visto e redarguito. Fui il primo allievo della classe ad essere punito (un evento orribile).
Da allora in poi odiavo quell’altro bambino. Non gli ho mai più rivolto la parola.
Uno dei miei tormenti personali di quegli anni erano i cappelli. Mia madre aveva stabilito che DOVEVO portare un cappello. Il più grande divertimento dei miei compagni di scuola era portarmelo via e nasconderlo. La mia reazione era di profonda disperazione.
Alle elementari e durante scuola media ero, dal punto di vista didattico, piuttosto sicuro di me, avendo ben poco da studiare per tenere il passo dei miei compagni di classe. Il mio aspetto da “scolaro diligente” bastava e avanzava. L’arrivo al liceo fu una tragedia. Dovevo (gulp) studiare! Il mio approccio alla scuola era comunque ancora basato su “massimo risultato con minimo sforzo”, e così rimase fino a quasi tutta l’università.
In quegli stessi anni, stavo pian piano diventando meno interessato ai soldatini e di più alle ragazze. Sfortunatamente solo da un punto di vista teorico.
Iniziai a definire le mie strategie per ottenere l’interesse del prossimo. Per esempio scrivevo storielle buffe o disegnavo fumetti e li mostravo ai miei compagni di classe. Più tardi avrei fatto (con maggiore successo) la stessa cosa con fotografia e musica. Avevo due “migliori amici”, Bobo e Agostino. Insieme facevamo interminabili giri in centro città (interminabili fino alle cinque esatte. A quell’ora Bobo DOVEVA bere una tazza di té a casa: quindi era la fine del giro). Cercammo anche di costruire un piccolo missile, girammo tre o quattro film gialli e del mistero in super-8.
Io mi vantavo di un’infinita serie di fidanzate ma nessuno ci credeva.
Nel 1972 finalmente riuscii ad invitare la ragazza dei miei sogni al cinema (“Un altro uomo, un’altra donna” di Lelouch). Indossavo una giacca bruna con un distintivo “Smile”. Mi ero portato dietro una notevole serie di oggetti destinati a stupire e conquistare, tra questi, un mini proiettore a pile e un paio di film di azione fatti da me e i miei amici. (Lo giuro: E’ la verità).
Non accadde nulla. Non ebbi nemmeno il coraggio di mostrare il proiettore e i filmini (fu comunque per il meglio, credo). Vedemmo il film di Lelouch e andammo a casa.
L’anno dopo cambiavo classe e compagni. E anche vita.
Storia Minima
- Nel 1964 Andrea Gamba è magro, ha i capelli biondi corti.
- Mangia pochissimo cibo e un sacco di dolci. Sua madre gli prepara una polpetta di carne tritata tagliata in quattro pezzi, e lui li mastica per ore. Qualche volta non li riesce ad inghiottire e allora li nasconde dietro un armadio.
- Legge molto: all’inizio fumetti e libri di guerra. Dal 1970 diventa un fedele lettore di Mad in inglese.
- Gli piace la musica classica ed è in ogni possibile modo un ragazzo un po’ noioso..
- Nel 1971 scopre i Beatles (meglio tardi che mai!).
- E’ moderato e piuttosto conservatore e gli piacciono i film di guerra. Gioca anche un sacco con il Lego. Costruisce modellini.
Immagini
1967 – Tutto pronto per il mare. Pregasi notare cappello.
1968 – Io e mia madre sul poggiolo.
1969 – Io che faccio volare un modello di aereo progettato e costruito da me. Volava come un cancello di ferro. Pregasi notare cappello
1969 – Io sulla neve. Mia madre sullo sfondo.
1969 – con mia madre in viaggio verso il Sud. Pregasi notare cappello
1971 – io da qualche parte durante una gita con i miei genitori. Ok: pregasi notare cappello.